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Le Vie della Lana in Campania

Le attività di recupero delle lane locali, in questi ultimi anni, hanno interessato anche la regione Campania e nello specifico il territorio dell’Alto Tammaro in provincia di Benevento. E’ stato in seguito alle attività di indagine sul territorio svolte nell’ambito del progetto “Percorsi di Orientamento” e ai confronti  con diversi allevatori riguardo alla problematica dell’utilizzo delle lane da tosatura che una allevatrice di Santa Croce del Sannio, Angela Zeoli, nell’estate del 2010 ha raccolto la lana delle sue pecore insieme a quella di circa venti allevatori  del territorio.
La Campania con una consistenza ovina intorno ai 230.000 capi (dati ISTAT al 1° Dicembre 2009) è interessata, come il resto del territorio nazionale, dal problema del riutilizzo delle lane da tosatura. Nonostante l’assenza di strutture di prima trasformazione, la presenza, a livello regionale, di allevamenti di pecore di razza Appenninica incrociata con la razza merinizzata Gentile di Puglia, come quelli della sperimentazione in oggetto, ha fatto ipotizzare l’avvio di una filiera di produzioni tessili locali sulla base della qualità della lana che è impiegabile per produzioni tessili artigianali ad alto valore aggiunto.
In questa ottica, il CNR-Ibimet grazie all’appoggio della Coldiretti Campania e al supporto finanziario della Camera di Commercio di Benevento, ha coordinato le prime fasi di trasformazione di questo materiale – lavaggio e filatura sono avvenute a Biella. Il progetto che dalle lane sucide raccolte nell’Alto Tammaro ha portato alla realizzazione di lana cardata e di filato, ha preso il nome de “Le vie della Lana: sperimentazione di una micro-filiera per il recupero della lana di pecora dell’Alto Tammaro e della Campania”.Una parte del materiale è stata utilizzata tra gennaio e maggio 2011 con il workshop “FILinArt” svoltosi nell’ambito di progetto “Percorsi di Orientamento”.

Le lane ancora disponibili continueranno ad essere oggetto di sperimentazione da parte della rete informale di artigiane, donne in agricoltura e nell’artigianato tessile e tintorio e naturale, FILinArt, che l’anno scorso hanno lavorato questa lana nella realizzazione di prototipitessili – complementi di arredo – esposti in occasione di diverse manifestazioni.

Le lane dell’Alto Tammaro, inoltre sono oggetto di sperimentazione anche in relazione alla colorazione naturale, attività questa svolta sin dallo scorso anno in collaborazione con l’associazione “I colori del mediterraneo. Tingere con le piante” e il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Salerno.
La sperimentazione sulle tinture naturali vede l’applicazione di estratti tintorii ottenuti da specie vegetali della flora mediterranea spontanea raccolta nel Parco del Cilento in provincia di Salerno.

Si auspica che quanto iniziato negli scorsi anni con il recupero, valorizzazione delle risorse ambientali locali e di crescita di competenze e di lavoro in rete delle donne in agricoltura e nell’artigianato tessile della regione, possa continuare in termini di: sostegno alle economie locali e all’occupazione; contributo alla sostenibilità ambientale (recupero di materie prime locali e tutela del territorio); miglioramento della qualità della materia prima (maggior cura nella gestione dell’allevamento e nella selezione delle lane sucide); mantenimento e trasmissione delle conoscenze di lavorazioni tradizionali.

Un buon segnale a questo riguardo sono i 4000 chilogrammi di lana che Angela è riuscita di nuovo a mettere insieme nell’estate del 2011 recuperando lane anche da altre parti della provincia di Benevento: forse, è il caso di dire, che la lana di Benevento ha cominciato a trovare la sua via!

 

Informazioni

I contatti della rete

Oro del Sannio      Santa Croce del Sannio, Benevento

Angela Zeoli    349-6524374

amzeoli@gmail.com

Il Portico         Stio,  Salerno

Adele Trotta 347-7678061 / 0974-990277

adele@ilporticostio.it


Imparare a Tessere Reti

Il blogroll  DNA si arricchisce di un altro spazioTessere Reti destinato alle riflessioni su diversi aspetti del tessere.

Tessere reti significa riflettere sull’impatto sociale ed ambientale dei propri consumi, sulle possibilità di ridurre, riciclare e riusare; significa promuovere sostenibilità economica, sociale ed ambientale e che favorire i piccoli produttori biologici, etici e locali, disponibili ad un rapporto diretto e trasparente.
Tessere reti signica dare visibilità a scambi e formazione reciproca per approfondire la conoscenza sulla tracciabilità della filiera, ovvero conoscere come vengono fatti i prodotti e in quali condizioni, la distribuzione dei costi di produzione e i passaggi prima di arrivare all’uso.
Sostenere realtà produttive che cercano di essere “sul/nel mercato” in maniera rispettosa dell’uomo e della natura (sia nel Nord che nel Sud del mondo) e concordare in anticipo con i produttori le condizioni dell’acquisto significa dare un contributo reale alla costruzione di filiere più sostenibili . In una (due) parola(e): Tessere Reti.

Tra tutti qusti legami ci sono senz’altro anche quelli fatti con i fili, legami che formano reti e manufatti che con grande maestria e competenza Angela Giordano ripropone nei prossimi incontri – Tessitura Creativa per Telaio a Pettine Liccio, Tessitura con le Dita, Telaio per Cinture, Tracolle, Bordure, Passamaneria … – presso il Museo della Lana di Stia in Casentino (AR).

Informazioni

Angela Giordano

tel.: 333.3978580

e-mail: litagio@hotmail.com
Sede: Museo dell’Arte della Lana – Stia (Ar)


Report progetto “Percorsi di Orientamento”

Sono disponibili nella pagina pubblicazioni di questo blog i report del progetto “Percorsi di Orientamento” (2008-2011), progetto coordinato dal CNR-Ibimet e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Nelle due pubblicazioni  – “Risorse dei territori rurali e impresa femminile nell’artigianato tessile. Fotografia di quattro regioni italiane progetto” (I annualità) e “Percorsi di orientamento e sviluppo di microreti di impresa” (II e III annualità) è riportato il percorso di studio sulla possibile ricostruzione di una filiera sostenibile tessile al femminile che parta dall’agricoltura e arrivi ad un prodotto tessile finito.

Dopo un’analisi socio economica delle quattro regioni di studio (Toscana, Emilia Romagna, Campania e Sardegna), il secondo anno ha visto svolgersi il percorso di orientamento e informazione all’imprenditoria femminile e il terzo anno, in ogni regione,  la sperimentazione di un percorso di lavoro in rete tra artigiane e donne in agricoltura.

Nella parte del secondo volume che riguarda la Toscana sono descritte le attività che hanno portato alla realizzazione del workshop DNA e di questo blog che vuole tenere vivo, anche oltre il termine del progetto “Percorsi di Orientamento”,  l’interesse alle tematiche della sostenibilità ambientale con il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione di risorse della cultura materiale quali le lane locali e autoctone e le piante officinali tintorie, nonché il recupero, la salvagugardia e la valorizzazione di risorse della cultura immateriale quali saperi e competenze alla base dell’artigianato tradizionale e artistico.

Nell’ottica di uno sviluppo integrato dei territori, si auspica che l’interesse del dibattito possa abbracciare anche altri settori e tematiche complementari o integrabili con quelli citati.